Il Rifugio
Dal 24 Giugno il Rifugio Rinfreddo apre le porte all'estate 2023.
Saremo operativi tutti i giorni ma con qualche variante rispetto alle scorse stagioni:
- Per i turisti di passaggio, o di breve permanenza, servizio Bar con dolci e qualche spuntino.
- Per chi desidera trascorrere una notte in quota, consigliamo di portarsi una torcia (durante la notte potrebbe esserci una interruzione del servizio elettrico)
Il rifugio escursionistico Rinfreddo sorge a m. 1887 slm., in un meraviglioso verde pascolo di montagna nelle Dolomiti Orientali della Val Comelico (alta provincia di Belluno). Comodamente raggiungibile in auto (dista circa 9 km dal centro abitato di Padola nel Comune di Comelico Superiore), il rifugio è dotato di 3 camere, per complessivi 20 posti letto, servizi igienici, e bagno con doccia.
Grazie a sentieri e mulattiere è collegato con agriturismi, malghe e rifugi ubicati nelle valli confinanti, del Comelico, della Pusteria in Alto Adige e dell’Ost-
Agli amanti dei trekking in mountain-
Graditi ospiti sono pure le famiglie con bambini, che potranno fare il pieno di aria sana correndo, passeggiando e giocando lontani dai pericoli delle città. Per i nostri piccoli ospiti abbiamo poi un’altalena, per mamme e papà alcune sdraio per abbronzarsi al sole di montagna!!
Nei paesi di fondovalle sono presenti strutture sportive e salutistiche quali maneggio, palestra di roccia, tennis, piscina coperta con acquascivolo, sauna, massaggi, bagni di fieno, …e negozi e botteghe di ogni genere per fare incetta di formaggi locali, di speck, di maschere in legno, di oggetti artigianali e di antiquariato, da regalare o da regalarsi.
La Storia
Per gli appassionati dei tempi andati riportiamo di seguito alcune notizie storiche sul fabbricato divenuto, a seguito della recente ristrutturazione, il Rifugio alpino Rinfreddo. Il nome le deriva dalla Mónte su cui sorge e dal ruscello che le fa da confine ad est. Per molti secoli bovini della vallata hanno trascorso qui, alle falde del Col Quaternà, il periodo dell'alpeggio (dal 24 giugno, giorno di S. Giovanni, alla seconda settimana di settembre). C'era una casèrä che serviva da ricovero per i pastori e da laboratorio per la lavorazione del latte: formaggio, burro e ricotta erano i principali prodotti ottenuti. Per gli animali c'era una màndrä (recinto con tettoia) dove ora c'è il parcheggio.
Solo nel 1928 si costruì uno stalón (stalla doppia) per proteggere meglio il bestiame dal freddo e dall'umidità della notte. Alla mattina il bòlcu (capo pastore), aiutato del vèidä grandä e dal vèidä pižlä (pastore ed aiutante pastore), con una fetta di polenta ed un pezzo di formaggio per sè in una tasca della giacca e nell'altra un po' di sale e crusca per gli animali, accompagnava la mandria sulla prandèrä (pascolo designato di giornata). Il numero degli animali superava le 100 unità e qualche anno si è arrivati fino a 160 capi, tanto da dover riutilizzare in parte la màndrä. Il mìster (casaro) si occupava della lavorazione del latte ed era responsabile del buon andamento dell'alpeggio; il foghèr faceva da mangiare, i servizi e la pulizia, il legnèr preparava la legna e puliva le stalle. L'operazione di mungitura coinvolgeva tutto il personale per tre ore alla mattina (dalle ore 4 alle 7) ed altrettante alla sera, con una media di 20 capi ciascuno. La pègnä (zangola per ottenere il burro) doveva essere mossa a mano da due persone, ininterrottamente e per più di un'ora. Solo dal 1951 venne installato un motore a scoppio per supplire a tale faticosa incombenza.
Nel lungo e nevoso inverno 1950/51 ci furono parecchi danni sia alla casèrä che allo stalòn che furono riparati negli anni seguenti (1952-
Con l'occasione furono installate anche le mungitrici e la ciudérä (caldiera) del latte venne riscaldata non più dal fuoco della legna, bensì da un generatore di vapore alimentato a gasolio.
Da qualche anno il numero delle mucche è drasticamente diminuito e dal 1993 la lavorazione del latte non viene più fatta in loco. Una parte dello stalòn, risultato ora eccessivamente capiente, è stato quindi riattato a ricovero per i pastori. La vecchia casèrä, avendo terminato la sua destinazione originaria, è stata ristrutturata ed adibita a rifugio alpino. Una testimonianza del fuoco, che per tempi immemorabili ha sfavillato sotto la ciudérä, la troviamo nel "soffitto a volta" della sala da pranzo.
Notizie raccolte dal Gruppo Ricerche Culturali di Comelico Superiore. Testimonianze di Roberto Sacco Sonador.
Documenti della Regola di Dosoledo.